Profondo Sud




E tra tutte le strade possibili, sono finita - con frequenza insolita da quando vivo fuori - nuovamente - nella casetta avita di fronte l’Africa, o un po’ più in su - ancora qualche notte con le valigie ai piedi del letto e l’ineluttabile sensazione di sgomento che ti assale quando varchi la soglia di casa dove sei nata - quella sensazione per cui tutto cambia fuori, nel mondo vero, ma non in quella cittadina, Bivona, profonda di notte e invadente di giorno. Valigie ai piedi del letto e la gradevole, perduta sensazione di potere dormire fino a tardi la mattina dopo - passare la nottata a rovistare vecchi diari, i cassetti sputano lettere e foto - sui dischi che ascoltavo da adolescente si stagliano orgogliosi due centimetri di polvere - sui libri che contornano la metratura della stanza si afflosciano vecchissimi peluche, regali accumulati in anni di sogni luminosi. Il letto si è fatto troppo piccolo, mi dico sorridendo mentre accartoccio le gambe e scelgo cosa rileggere prima che sia notte - guardo le fotografie di mio padre e la malinconia diventa un sentimento dolcissimo - i giorni a casa sono fitti di incontri e telefonate con i pochi amici rimasti là - qualcuno a dispetto di tutto è ancora molto importante - si gioca a rifare gli adolescenti consumando qualche birra di troppo e fingendo stupore nell'apprendere che ha aperto un nuovo locale.

Prima di riprendere il cammino - salto sul traghetto che è mattina e lo stretto è ceruleo, ho le cuffiette e non sento il signore accanto a me:

Dove va, signorina?"

A Roma”, rispondo io

"A fare che?"

ci vivo sto per dire, ma mi correggo “Ci lavoro”. So che per un siciliano può essere impossibile immaginare che qualcuno, semplicemente, non abbia voglia di vivere in Sicilia - bisogna sempre trovare una giustificazione sul perché si vive fuori - e lui, soddisfatto:

ah, ddrà si travagghia... ’ccà si travagglia solo ch’i chiacchiere!”.

Sorrido, saluto quei giorni bellissimi, ma penso mentre il signore continua a parlare, maledetto amatissimo sud. Non hai mai rispettato la mia riservatezza, ma ora mi manca tutto di te.

Arrivo. Finalmente casa. Sì "casa". Ho imparato ad amare Roma, questa bellissima città senza nemmeno rendermene conto. Ma casa è dove sei nata, quelle serate a "passiari" a Bivona, a ridere e scherzare spensierati sono impresse nella mia testa e nessuno potrà mai togliermele. La Sicilia ce l'hai dentro ovunque ti trovi, parli italiano, ma è in siciliano che pensi, è in siciliano che vivi!

La Sicilia è uno stato d'animo.


                                                                          Alessandra Perrone Fodaro

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