Camera a Sud
Quando sono stato coinvolto in questa bella iniziativa, nella quale avrei dovuto metter giù due righe piene di sentimento legate a tutto quello che comporta emotivamente - e specie in questo momento di lontananza dai propri cari - il vivere distanti dal proprio centro di gravità, da quello che è per me il posto preferito nel mondo, Bivona, ho deciso di farmi guidare dalle sensazioni che provavo e dal mio personale “ricordo ricorrente”.
E quindi ho pensato che questo rievocare la mia Sicilia, il mio Paese, la mia Casa, è molto legato ad una canzone che mi frulla in testa da anni e che credo non andrà mai via…Camera a Sud…
Così come in quella canzone - volgarizzando, in realtà si tratterebbe più di una poesia orlata da melodie di “bossa nova” - spesso quando penso a Casa Mia, a Bivona, il mio Paese, il primo ricordo è sul letto di casa, d’estate (perché è solo allora che si torna ormai) con un ventilatore che pigramente cerca di farmi scordare il caldo e i profumi dell’infanzia che, intanto, arrivano dalla cucina di sotto. Si tratta di una “diapositiva onirica”, aggrovigliata nella rete del sogno meridiano per l’appunto.
La mia Camera a Sud è il mio Paese, quel posto dal quale vorresti fuggire per tutta la vita perché non ti offre nulla e, parimenti, quel posto in cui ti vorresti rifugiare per sempre perché in realtà ti offre tutto.
Quel posto dal quale vuoi essere coccolato a ogni tua fuga dalla realtà, del quale avrai sempre migliaia di racconti e leggende da narrare per il resto della vita.
Le amicizie più vere e più durature, i primi amori e le prime cadute, i pranzi dai parenti e le scampagnate, quelle strade hanno consumato i nostri primi passi e ci hanno resi forti.
A ogni singolo vicolo c’è un ricordo da condividere, un’avventura da far riaffiorare dalla mente ad ogni singola porta, ad ogni scorcio.
Penso a quando eravamo piccoli: che si trattasse di la batìa, funtana pazza, di ncapu lu chianu o di lu tracomatosariu, di porta palermu o di piazza gugginu, non avevamo confini, non avevamo limiti, il mondo intero era tutto racchiuso lì, il nostro universo era tutto lì.
Quando come in questo momento penso alla mia Camera a Sud e chiudo gli occhi, non si tratta mai soltanto di immagini che scorrono fluide e nitide nella mia mente. Il mio ricordo è più che altro una sensazione, un sentimento, un far riemergere profumi e colori, grida di bambini che giocano spensierati per strada, l’aria fresca d’estate quando scende la sera e la musica, quella musica ovunque, e la spensieratezza.
Rifletto sul fatto che la mia Camera a Sud è così, è tutto di più, è tutto più intenso, più vero e a noi non è la Volontà che ci manca, ma è la troppa Bellezza che ci impone di fermarci, di goderci tutti i momenti quando siamo a casa nostra, al nostro paesello, e il tempo non è più un tiranno, la vita scorre più leggera e tutto succede in maniera meno frenetica…quei versi sono così veri…
“…che sudati è meglio e il morso è più maturo e la fame è più fame e la morte è più morte, sale e perle sulla fronte, languida sete avara…
…bellezza che succhi la volontà dal cielo della bocca, bocca bacio di pesca che mangi il silenzio del mio cuore…
…mescimi il vino più forte più nero, talamo d’affanno, occhio del mistero, olio di giara, grilli, torre saracena nell'incendio della sera…
…e uscire di lampare lentamente nel mare, bussare alle persiane di visioni e di passi di anziani…”
Da quando non vivo più al mio Paese ho potuto guardarlo finalmente con occhi diversi: sono sempre stato innamorato della mia Camera a Sud ma, come si sa, alcune cose le si apprezzano di più quando le si perdono, e così è stato anche per me.
Non ho mai prestato l’orecchio a quel bivonese che dà, con tono dispregiativo, dello “Judè” ad un suo simile (travisando tra l’altro la Storia dell’“appellativo” per la quale si invita ad un approfondimento delle fonti). Per carattere ho sempre cercato di concentrarmi sul lato positivo delle cose, e anche se non siamo la comunità più laboriosa della storia e a volte preferiamo il lavoro del vicino di casa rispetto a quello del “paesano”, vi assicuro che - avendo avuto la fortuna di girare non poche città e cittadine italiane e avendo vissuto in alcune di queste per un periodo abbastanza lungo da poterne cogliere quante più sfumature possibili - siamo una comunità di rara bellezza (nel senso più ampio possibile del termine). Una Grande Bellezza che dovrebbe essere inconsueta date le dimensioni e la densità di popolazione del nostro territorio.
La nostra Camera a Sud è un laboratorio - riconosciuto da tutti i paesi limitrofi - di idee, iniziative, e progetti di altissimo livello, e questo non è dipeso dalla Politica, ma è visceralmente legato al Nostro modo di essere. Sin da piccoli ci si avvicina alla musica e alle associazioni che sono un fiore all'occhiello in tutta la regione: le scuole e i progetti scolastici, le opere teatrali, i gruppi folkloristici e tutte le associazioni sportive, il circolo culturale, gli scacchi, la poesia, l’arte e la letteratura (Guttuso e quel movimento artistico e culturale che furono di casa a Bivona non sono un caso), e potrei continuare ancora a lungo citando anche le tante personalità che si sono distinte nel tempo e che, anche oggi, si stanno distinguendo in Italia e nel mondo portando in alto il nostro nome e rendendoci orgogliosi.
Vorrei dire a chi oggi ci è rimasto nella mia Camera a Sud, di amarla un po’ di più, di provare a guardarla con gli occhi di chi è lontano e sogna di addormentarsi ogni sera cullato dallo splendido cielo di quella Camera con vista infinito.
“…camminando non c’è strada per andare che non sia di camminar…”
Alla fine del mio ricordo ripenso all'ultimo verso e mi perdo nella melodia della banda che accompagna Santa Rosalia per le vie del Paese, la mia Camera a Sud, perché qui la vita scorre avanti così..
“…rubami la luna e levagli la smorfia triste quando è piena…
…e ruba anche la Vergine azzurra che ci spia vestirci stanchi per uscire…
…fresca camicia di seta in attesa croccante stirata, per lo struscio e un’orzata nel corso affollato in processione…
….la banda attacca il suo marciar, cosi va la vita…”
E così la mia Camera a Sud è una bella Donna, solo un po' insicura, alla quale piace sentirsi dire di esser bella ogni tanto, per non dimenticarlo, e io oggi le voglio ricordare quanto sia speciale:
...Sei bellissima come sei, Bivona.
Pietro Perconti
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