Rime di Bivonesitudine


In questa giornata di primavera 
il mio cuore spera, 
spera con calorosità 
un ritorno alla “normalità”. 
E senza troppe pretese 
spero di poter tornare al mio paese. 
Bivona 
unni a pesca è “veramenti bona”, 


Pesche a volontà e di gran qualità! 
Fiorone, montagnola, speciale… 
Una vera moltitudine 
Ed è qui mi assale la Bivonesitudine. 


Io bivonese di mare aperto 
che la lontananza non ho mai sofferto, 
In questo momento 
non poter essere al paesello 
è un vero tormento. 


Che meraviglia 
Poter riabbracciare la mia famiglia! 
E scenniri mezzu lu stratuni spensierata
a fare una bella passeggiata.
Già sento la freschezza
“dill’aria fina” che mi accarezza.
Poi salutandomi da lontano
vedo avvicinarsi un caro paesano
e come per magia 

quelle consuete domande di rito
“Ciao, comu sta? quantu stà?
Quannu vinisti e quannu ti nni và?”.

mi sembrano una dolce melodia.

dopo questo tempo sospeso
tutto è più bello
di un colore più acceso.

Ma guardo tutto con occhio diverso
e non vedo l’ora
di recuperare il tempo perso.


Prima o poi questa brutta storia finirà 
e quando saremo fuori dalle nostre mura 
facciamolo con una mente più matura 
e con maggior rispetto verso la natura. 


Una natura che si è ribellata 
ai soprusi di una società malata. 
Perché con tutta sincerità questo virus 
sta dando una lezione a tutta l’umanità. 


Ora non mi voglio più dilungare 
ma le ultime rime fatemele decantare. 
Sicuramente i nostri sforzi non saranno vani 
#iorestoacasa e mando un saluto a tutti i miei paesani.

Eleonora Costa

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