Le virtù delle radici Bivonesi


In questi giorni di quarantena, ho imparato, ho riflettuto, ho riso, ho pianto e mi sono sentito parte di una bella comunità grazie ai meravigliosi racconti di ragazzi e ragazze di Paese ...del MIO PAESE, BIVONA, che IMMORTALANO il senso VERO DI ESSERE UNA COLLETTIVITÀ!
Una grintosa gioventù Bivonese che ha avuto la capacità di vedere e far nascere la bellezza, in una piazza Virtuale, in un periodo storico difficile per tutti, dove a prevalere sono i sentimenti di sfiducia,di diffidenza, intrisi di paura per un pericolo invisibile: il coronavirus!

Ogni piccolo dettaglio, ogni racconto è un universo da scoprire, che mi ha fatto comprendere il disagio e le gioie di chi esce dai confini del Paesello, di chi esce da una zona di "Comfort" per affrontare la vita.
Si potrebbe superficialmente pensare che sia una perdita di tempo, creare una "Camera a Sud" dove rifugiarsi, sentirsi sicuri ed al riparo da quello che accade nel mondo! Ma vi assicuro che non è così!!!
Mi sono reso conto che la "Bivonesitudine" fa parte della nostra identità e caratterizza e permea tutte le nostre relazioni sociali, ci rende cordiali e pronti ad aiutare il prossimo come se fosse un nostro paesano, un nostro familiare conosciuto da sempre!

Ogni sera, dopo aver giocato e messo a letto le mie figlie, dopo una giornata passata in corsia e con il timore di portare a casa "Schifezze" ero alla ricerca disperata di rituali che mi aiutassero a liberarmi dall'ansia e dallo stress. Fin quando non è arrivata questa idea geniale della Bivonesitudine ai tempi del coronavirus che ti dà forza, ti rigenera nel profondo...alla radice! Un concentrato di pura ironia ed assoluto divertimento!
Mia moglie ad un tratto mi sentiva ridere da solo, commuovermi da solo.
Penso che abbia pensato:" Mi sa' che mi sono giocato mio marito che è andato di matto ..."

"La Bivonesitudine, ai tempi del Covid-19” rappresenta Pura Poesia che celebra la gioia di essere "Judè", di scoglio o di mare aperto questo non conta, l'importante è avere radici Bivonesi...ESSERE BIVONESE!

Ritornando indietro nel tempo, ricordo quando da piccolo ascoltavo e partecipavo agli incontri al quale mio padre era solito portarmi, tenuti da un uomo saggio che quando parlava sembrava di aver vissuto tante vite, un uomo che conosceva i segreti di ogni forma di arte, di poesia, di pittura, di scultura. Questo uomo era Cesare Sermenghi ed il centro culturale che fece nascere a Bivona era Il Centro Culturale "IL PEGASO". 
Cesare Sermenghi era un Uomo che trasferitosi da Como in Sicilia a Bivona ebbe modo di dedicarsi ad un lavoro sottile, attento e silenzioso di crescita politica e culturale necessario per far uscire i Bivonesi dall'appiattimento del quotidiano.

Oggi come ieri vedo un fermento nuovo, vedo il coraggio e le virtù dei Bivonesi rifiorire per non soccombere all'orribile fardello del tempo, della quarantena, della monotonia che ti assale, che ti spezza la schiena, che ti piega a terra. Vedo poesia e virtù rifiorire, ciascuna con il proprio apporto di energia per nutrire la mente ed il nostro spirito.

Spero che quando la tempesta là fuori sarà finita, lasceremo per strada tutto il superfluo del quotidiano di cui ci siamo vestiti nel passato per tornare all'essenziale.

Spero che dopo lo "Choc" saremo più uniti e saremo più orgogliosi di essere Bivonesi!
Perché Bivona, nonostante tutto, è e sarà sempre un posto in cui tornare per rigenerarsi, per ritrovare i profumi ed i colori del proprio passato, per ritrovare volti che si aprono in un sorriso!


Andrea Re

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