I Sapori
I sapori di Bivona, sono nelle piazze, negli angoli più nascosti, quelli dimenticati.
L’emblema di Bivona, la piazza che forse meglio la rappresenta, è Piazza San Giovanni, meglio conosciuta come "Il piano".
Lì, ogni sua pietra è un libro di storia, ogni pietra ha un passato e un presente. Il bello di questa piazza è la sua poliedricità, praticamente va bene per tutto. Ogni anno sul selciato del piano migliaia di persone intessono storie, romantiche, piene di passione o anche, semplicemente, storie di vita comune.
Il risveglio del piano si comincia ad avere verso maggio: gli alberi in fiore delle vicine piazze inondano questa distesa di pietra bianca, i bambini liberati dalle catene invernali vengono finalmente lasciati liberi di esprimere al meglio il loro estro, così si vedono loro sfoggiare le biciclette tanto desiderate durante il lungo inverno, gli overboard e gli immancabili Super Santos.
Alcune mamme ancora, forse timorose di lasciar da soli i loro piccoli cuccioli, stanno lì sulle panchine sotto gli ulivi secolari a scambiare quattro chiacchiere con le amiche, tenendo i giubbotti e i sacchetti ormai vuoti di patatine.
I bambini assaporano la libertà, libertà di poter scendere nel vicino bar per comprarsi il gelato da soli tenendo con una mano il proprio miglior amico e nell’altra il bene più prezioso: il pallone. Così per loro l’immaginazione vola, immaginano di essere alla finale di Champions League, di giocare insieme a Ronaldo e di segnare il gol del secolo, oppure per gli amanti delle due ruote organizzano gare che il Giro d’Italia è per dilettanti.
Più in là si vedono sbocciare i primi amori, sotto l’ala protettrice dell’Aquila degli eroi troppo presto spirati. Chissà se anche loro non stanno lì a guardare queste nuove generazioni vivere negli stessi posti che un tempo ormai remoto furono loro. Se quelle panchine, rivolte verso la diga, potessero parlare ne uscirebbe una serie di romanzi rosa degni della collana Harmony.
In fondo alla piazza si possono vedere i trepidanti diciottenni che aspettano di poter mettersi alla guida per la prima volta e i bambini, i più piccoli che dolcemente vengono dondolati dai genitori sull’altalena e che al suono di “oplà” contagiano tutti di una felicità strabordante.
Sul lato destro della piazza, invece, la storia di Bivona con il più antico circolo civile dell’agrigentino, dal passato glorioso fatto di capodanni in grande stile, balli in maschera e carte. Di un passato di cui è orgoglioso e di un presente fatto di cultura e di tanta voglia di vivere, i cui soci sono tutti diversi con idee diverse ma tutte estremamente valide.
Sul finir della piazza ci sta l’ingresso per quello che un tempo fu il convento delle suore, scuola materna dalle stesse gestite, ricordato con il sorriso da coloro che lo frequentarono, oggi centro multifunzionale di cultura, con la sala d’incisione comunale e la biblioteca, ahimè!, troppo poco frequentata.
Così in una sola piazza ci stanno tutte le stagioni della vita: dall’estate
fatta di bambini gioiosi che urlano litigano ma poi fanno pace; dagli
adolescenti che vivono la loro prima stagione dell’amore ed iniziano a
scoprire, in un turbinio di ormoni, i primi veri e propri sentimenti; agli
adulti che tra un partita di burraco una discussione politica ed una ancor più
sentita cronaca di calcio mantengono giovani le loro menti, con le mamme
che dallo sguardo fiero guardano i loro piccoli ed in cuor loro pregano
affinchè mantengano intatte la curiosità e la purezza dell’infanzia. E poi ci
sono loro, i nonni, coloro che hanno vissuto la loro vita in questa loro
piccola città e che adesso guardano - con lo sguardo che solo un nonno può
avere - i loro nipoti e si abbandonano ai loro pensieri, fantasticando su
quello che un giorno potrà diventare il più piccolo, o su quello che già il
grande ha realizzato.
Così anche un’altra giornata volge al termini e tutti si salutano con il più
bel saluto, quello che tutti vorremmo sentirci dire, quello che dice tutto
senza dir niente: A DOMANI.
Serena Petruzzelli
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